Promuovere Case della Comunità a Parma e Provincia
una proposta e un appello
A cura del Gruppo Progetto Casa della Comunità
Dalla Casa della Salute alla Casa della Comunità
Il progetto che qui presentiamo si propone di contribuire al dibattito in corso sulla revisione e rilancio del welfare e dei servizi territoriali avanzando una proposta articolata sul tema delle Case della Comunità (CdC) focalizzata primariamente sulla città e provincia di Parma. Le CdC costituiscono, nelle intenzioni degli estensori e aderenti a questo progetto, un’evoluzione delle Case della Salute e delle iniziative di prossimità intraprese negli ultimi dieci anni circa sul nostro territorio, ma un’evoluzione che ne muta significativamente l’approccio e le modalità di funzionamento.
L’esperienza delle Case della Salute ha conosciuto nel territorio parmense un rilevante sviluppo (24 Case attivate a giugno 2021), ma solo in alcuni casi e in misura limitata ha assunto quelle funzioni e quelle caratteristiche partecipative che erano state preventivate originariamente. Inoltre, l’evento della pandemia da Covid-19 ci pare che costituisca una cesura storica da cui occorre trarre tutte le dovute indicazioni e trasformazioni conseguenti. In altri termini, ci pare giunto il momento di un ripensamento di fondo dell’esperienza delle Case e degli altri interventi socio-sanitari sviluppati negli ultimi anni, al fine di dare risposte più adeguate e congruenti alle molte problematiche sociali e sanitarie già emerse nell’ultimo decennio e che, nel corso della pandemia, si sono aggravate o hanno assunto caratteristiche specifiche. Stiamo parlando di nuove problematiche di povertà, solitudine, disagio sociale, in particolare a carico della popolazione anziana, ma anche di quella giovanile; stiamo però anche parlando dei “normali” percorsi di cura fra domicilio, cure primarie, cure specialistiche e ospedaliere che oggi scontano ritardi, frammentazioni, scarso ascolto della cittadinanza, ma anche perdurante insoddisfazione da parte dei professionisti e quindi carente partnership fra cittadini e professionisti.
Sviluppando il progetto, il nostro sguardo si è inoltre allargato al di là dell’ambito sanitario e del complesso socio-sanitario, per includere l’ambiente prossimale – quello dei quartieri, della città, delle aree territoriali – sia nella sua dimensione ecologica e di vivibilità, sia in quella della socialità e del benessere sociale. Ambedue queste dimensioni sono da tempo in sofferenza e necessitano di una nuova attenzione, investimento e cura. Nel suo complesso, è la dimensione di “comunità”, ossia di abitabilità di uno spazio, di identità e di responsabilizzazione verso i problemi che al suo interno e nel mondo esterno sorgono, che pare fortemente carente. Se, per fortuna, ancora molte sono le aggregazioni, le iniziative volontarie, il capitale sociale che il nostro territorio esprime, non vi è dubbio che vi sia stato in questo decennio un diffuso regresso, un indebolimento delle dimensioni sociali e comunitarie, un mancato ricambio generazionale che mette in discussione la continuità di molte iniziative.
Nello stesso tempo, la pandemia ha messo in luce come questa dimensione sia essenziale, necessaria: senza di essa la vita societaria si intorpidisce, le persone soffrono di ansie e solitudini, si ha una soffocante carenza di benessere sociale e manca la capacità di affrontare i problemi, le sfide, di prestare attenzione e cura verso chi ha maggiormente bisogno. Dunque, contemporaneamente alla costruzione di una nuova dotazione socio-sanitaria, dobbiamo proporci di nutrire e riabilitare le reti sociali e la salute comunitaria. Sono due facce della stessa medaglia che le risposte prettamente tecniche – ossia solo sanitarie o anche socio-sanitarie – non colgono.
Per tale ragione, riteniamo appropriato che il nuovo centro di servizi territoriali e di animazione sociale che proponiamo assuma la denominazione di Casa della Comunità: “Casa” in quanto luogo accogliente da abitare, “della comunità” in quanto generata dalle reti sociali locali, orientata dalla popolazione e posta al servizio di questa. Questa proposta, al contempo, vuole contribuire ad una elaborazione dell’indicazione in tal senso contenuta nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) varato dal Governo nel giugno 2021.
La nostra proposta connette il tema della cura integrata e multidimensionale con quello della salute ambientale e sociale, con quello della comunità, intesa come partecipazione, responsabilizzazione, ricucitura delle reti sociali. Al centro di questo triangolo vi è la polis, ossia l’amore per la città, la sua vivibilità, il perseguimento del bene comune (Fig. 1).
Fig. 1 – Parole chiave del Progetto
Definizione e Aree operative
Possiamo definire la Casa della Comunità a cui pensiamo come una nuova aggregazione complessa e flessibile di Servizi e Unità operative con finalità promozionali, preventive, riabilitative, assistenziali, che si pongono a servizio di una popolazione spazialmente definita e organizzata in termini di comunità locale che, a sua volta, concorre, insieme con le istituzioni preposte e in raccordo col Sistema Sanitario Nazionale, a co-produrre gli interventi multidimensionali di cura necessari a soddisfare le esigenze dei residenti, secondo principi di solidarietà e uguaglianza e partecipando alla loro gestione.
La nuova CdC si compone di cinque Aree Operative (Fig. 2). Ciascuna Area è costituita dall’aggregazione di diversi Servizi, Unità e Progetti di area. Le CdC che condividono una parte dei servizi in comune, sono aggregate in termini distrettuali congruenti con le caratteristiche del territorio, della popolazione e delle istituzioni coinvolte.
Le Aree Operative previste sono:
- Area Cure Primarie che comprende la medicina della persona e di comunità, l’assistenza domiciliare, i servizi diagnostici, le unità di ricovero breve e gli ospedali di comunità;
- Area Medicine Specialistiche e dei Progetti speciali che comprende i servizi di specialistica territoriale, prevenzione, riabilitazione, salute mentale, neuropsichiatria infantile, dipendenze patologiche, consultoriali e di salute familiare, le unità di telemedicina;
- Area Servizi alla Persona: avrà competenza per gli interventi sociali, assistenziali e di prossimità; concorrerà inoltre all’assistenza domiciliare e ai Team delle cure primarie;
- Area Città Sana: avrà il compito di sviluppare un’intensa opera di promozione, educazione, formazione e comunicazione della salute e del benessere sociale, animazione sociale, salvaguardia e valorizzazione dell’ambiente, sviluppo di una cultura della salute come bene comune attraverso la costituzione di una Unità multidisciplinare e il coinvolgimento del sistema scolastico, dei centri sportivi e giovanili, dei centri anziani, delle istituzioni culturali e religiose, in particolare attraverso la realizzazione di progetti utili allo sviluppo della Città sana, vivibile e sostenibile;
- Area Sviluppo di Comunità e Rigenerazione della Reti Sociali: è l’area – presidiata soprattutto da nuove e già sperimentate forme di Associazionismo, Volontariato e Terzo Settore – che si occuperà della socialità del quartiere, della prossimità con le fragilità, dello sviluppo delle reti sociali, di varie forme di animazione e vita culturale del territorio;
- Area Partecipazione e Governance: è costituita dagli Organi di rappresentanza, di indirizzo e di governo della Casa della Comunità, nonché dallo Staff di Direzione che avrà compiti di supporto degli Organismi dirigenti e, in particolare, degli obiettivi di raccolta informativa necessaria per stilare il Profilo di Comunità e per supportare la Valutazione dei vari servizi e progetti sviluppati nell’ambito della CdC; avrà inoltre il compito di orientare e facilitare l’organizzazione collaborativa dei servizi e delle professioni, nonché di sostenere l’integrazione con i servizi ospedalieri e specialistici presenti nel territorio provinciale e extraprovinciale; lo staff si occuperà inoltre di sovraintendere alla community building e alla comunicazione orientate al coinvolgimento e alla partecipazione della della popolazione.Fig. 2- Aree di intervento di una Casa della Comunità
Valori fondativi e orientamenti d’azione
Le CdC, nel loro strutturarsi e operare, rispondono a valori e orientamenti coerenti col dettato costituzionale, quali: uguaglianza, solidarietà, bene comune.
Le CdC di nuova generazione si caratterizzeranno in quanto mirano a sviluppare modalità di cura e intervento orientate verso la:
- Prossimità, proattività e generatività con cui indichiamo il metodo di lavoro dell’”andare verso” le situazioni a maggiore rischio di vulnerabilità al fine di farsene carico puntando sulla rigenerazione delle reti sociali, la riabilitazione delle persone, il reinserimento e l’inclusione nella vita della comunità, l’attivazione della medicina proattiva e di iniziativa, la collaborazione delle reti associative e di volontariato, la collaborazione di tutti i servizi (a partire dalla farmacie, i negozi, i punti di quartiere, i centri giovanili e sportivi, ecc.) che possano concorrere al benessere e all’integrazione delle persone, specie le più vulnerabili;
- personalizzazione delle cure, basate su una combinazione multidimensionale di interventi terapeutici, assistenziali, di benessere, di supporto e di tutto quanto sia utile per rendere possibile il benessere e la vita quotidiana del soggetto – anche attraverso la definizione di budget personalizzati di salute – sollecitando l’attivo coinvolgimento e la responsabilizzazione del soggetto interessato;
- partnership fra soggetti necessitanti di cure e professionisti operanti nei servizi al fine di istituire relazioni di cura collaborative che vedano le persone in cura come co-decisori delle scelte e parte attiva nella produzione dei processi e delle risorse, ma anche responsabilizzati in termini di rispetto e comprensione dell’impegno degli operatori;
- promozione della salute, del benessere sociale, dell’ambiente sano, della cultura della cura e della salute, sviluppando adeguati progetti che prevedano il coinvolgimento delle istituzioni e reti sociali attive nella comunità di riferimento;
- partecipazione della popolazione in termini capaci di riattivare i legami comunitari e il capitale sociale, sviluppare il sentirsi parte e il prender parte a forme di consultazione, di collaborazione, di raccolta di risorse per progetti collettivi, di invio di rappresentanti negli organi di gestione, di sviluppo di un’attenzione e responsabilizzazione condivisa verso i beni comuni, l’ambiente, la salute
Nella gestione dei servizi, unità operative e progetti afferenti, la CdC opererà secondo principi- guida quali:
o governance condivisa fra ambito sociale, sanitario e di terzo settore, sviluppando procedure di attiva partecipazione della popolazione;
- autonomia gestionale e operativa attraverso la costituzione di (v. Fig. 3): a) un organo rappresentativo (Consiglio della Comunità) delle varie istanze che concorrono all’indirizzo, funzionalità e partecipazione della comunità locale; b) un organo di governance (Comitato di Direzione) orientato a tradurre le indicazioni provenienti dall’organo rappresentativo in termini operativi; c) un organo di coordinamento (Coordinatore di Direzione) eletto dal Comitato di Direzione col compito di guidare la CdC e di partecipare agli organi decisionali di Distretto;
- integrazione e collaborazione, istituendo forme di connessione, continuità, cooperazione fra tutti i servizi, le istituzioni, le professioni implicate nella CdC e con tutti gli altri servizi facenti parte del sistema sanitario, sociale, educativo e di welfare pubblico, no-profit e convenzionato;
- efficacia, efficienza e sostenibilità: la CdC opererà attraverso la costituzione e gestione di un unificato budget di comunità costituito attraverso gli apporti delle istituzioni coinvolte e dei vari fondi nazionali, regionali, locali Particolare attenzione sarà rivolta alle ricadute sociali, all’attivazione delle risorse personali, informali e di rete capaci di contribuire all’efficacia, efficienza e sostenibilità in un’ottica non meramente contabile, ma attenta alle modalità di costruzione della salute comunitaria e del benessere nel medio e lungo periodo;
- contestualità, valutabilità e flessibilità: l’attivazione delle unità operative e dei progetti deve svilupparsi in coerenza col profilo di comunità e le sue variazioni, ossia basandosi su un’adeguata raccolta di informazioni sulla popolazione di riferimento, la valutazione sistematica degli interventi e progetti, l’adeguamento alle esigenze emergenti. In particolare si dovranno sviluppare interventi rivolti alle varie fasce di interesse, quali anziani, disabili, adolescenti e giovani, care givers e assistenti familiari, immigrati, donne richiedenti aiuto e così
L’appello
Un progetto di questa portata, che implica profonde trasformazioni culturali, politiche e organizzative condivise, necessita del contributo di tutte le forze attive di una comunità: le istituzioni rappresentative, le agenzie tecnico-professionali di servizio, l’associazionismo culturale, educativo e sociale, i diversi enti di terzo settore, la cittadinanza, le forze economiche locali.
Per quanto riguarda il ruolo delle istituzioni rappresentative e di quelle tecnico-professionali riteniamo che l’apertura di questa fase di transizione debba partire da un Patto istituzionale concordato fra Regione, Enti locali, Ausl, AOU, ASP e rappresentanti del Terzo Settore in cui si definiscano gli obiettivi, le linee guida, le risorse e le responsabilità per giungere alla realizzazione di un nuovo assetto dei servizi territoriali, mettendo anche a frutto le esperienze maturate nella fase di emergenza creata dalla pandemia da Covid-19 (Fig. 3).
Per questo il documento si rivolge, in primo luogo, ai cittadini di questo territorio, alle forze associative, alle istituzioni, ai professionisti e a tutti coloro che interpretano la politica come amore per il proprio ambiente comune, ma con uno spirito di accoglienza e apertura che ha sempre contraddistinto questa terra.
Siamo consapevoli che ci troviamo di fronte ad una sfida ardua, di medio e lungo periodo, che mette in primo piano la dimensione etico-culturale di ciascuno e quella collettiva, un’opera che richiede competenze, tenacia, pazienza. Ma siamo anche convinti che sia possibile e insieme necessario dare risposte nuove a problemi vecchi che sono rimasti insoluti e a problemi nuovi che marcirebbero se li si lasciasse senza risposta. La nostra proposta è quella di partire, di sperimentare anche pezzi di soluzione, ma avendo davanti un quadro d’insieme come quello che abbiamo cercato di delineare e che potrà essere ulteriormente precisato cammin facendo. Facciamo quindi appello a tutti coloro che condividono e ritengono di poter contribuire a questo progetto affinché vi si impegnino nei luoghi e nei modi ad essi possibili.
Proponenti
Il Gruppo Progetto Casa della Comunità è costituito da professionisti nel campo sociale, sanitario e del terzo settore, ricercatori universitari, volontari, cittadini che si sono riuniti per discutere e definire una proposta.
Hanno contribuito al progetto: Bruno Agnetti, Sandro Campanini, Arnaldo Conforti, Giovanni Galli, Marco Ingrosso, Daria Jacopozzi, Stefania Miodini, Giorgio Pagliari, Franco Prandi, Stefano Lucertini.
Dove trovare il progetto completo
La proposta si compone di una versione breve, qui presentata, e di una versione estesa e completa, titolata Promuovere Case della Comunità a Parma e Provincia: ragioni e linee progettuali, che sviluppa le motivazioni della proposta, le linee base del progetto ed è corredata di schede di documentazione.
- Il progetto completo è scaricabile al sito: https://paracelso.unife.it/index.php/2021/11/20/promuovere-case-della-comunita-a-parma- e-provincia-ragioni-e-linee-progettuali/
- Esso è aperto al contributo di altri aderenti che possono inviare contributi integrativi, note e riflessioni all’indirizzo: arcorosso47@gmail.com
- e firmare il documento all’indirizzo:https://paracelso.unife.it/index.php/2021/11/20/promuovere-case-della-comunita-a-parma- e-provincia-ragioni-e-linee-progettuali/
oppure inviando una mail all’indirizzo: arcorosso47@gmail.com
Parma, 5 dicembre 2021
- Area Partecipazione e Governance: è costituita dagli Organi di rappresentanza, di indirizzo e di governo della Casa della Comunità, nonché dallo Staff di Direzione che avrà compiti di supporto degli Organismi dirigenti e, in particolare, degli obiettivi di raccolta informativa necessaria per stilare il Profilo di Comunità e per supportare la Valutazione dei vari servizi e progetti sviluppati nell’ambito della CdC; avrà inoltre il compito di orientare e facilitare l’organizzazione collaborativa dei servizi e delle professioni, nonché di sostenere l’integrazione con i servizi ospedalieri e specialistici presenti nel territorio provinciale e extraprovinciale; lo staff si occuperà inoltre di sovraintendere alla community building e alla comunicazione orientate al coinvolgimento e alla partecipazione della della popolazione.Fig. 2- Aree di intervento di una Casa della Comunità